1 ano do Luca no céu
- fabianam72
- 17 de jul.
- 7 min de leitura
Vangelo: Luca 8, 22-25
Un giorno Gesù salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: "Passiamo all’altra riva del lago". E presero il largo.Mentre navigavano, Gesù si addormentò. Un turbine di vento si abbatté sul lago, e la barca si riempiva d’acqua, ed erano in pericolo.Allora si avvicinarono a lui e lo svegliarono, dicendo: "Maestro, Maestro, siamo perduti!".Egli, svegliatosi, minacciò il vento e i flutti in tempesta: essi cessarono, e ci fu bonaccia.Poi disse loro: "Dov’è la vostra fede?".Essi, impauriti e pieni di stupore, si dicevano l’un l’altro: "Chi è dunque costui, che comanda anche ai venti e all’acqua, e gli obbediscono?".
Na missa hoje, me deparo com este evangelho, claro que de Luca, e se referindo a seguir em frente, atravessar os obstáculos, não estar ali parado na zona de conforto e sim seguir e fazer o que precisa ser feito, mesmo que não seja confortável, que seja incomodo, cheio de desafios, mas seguir.
E é o que Jesus pede, "vamos para a outra margem do lago", e quando os obstáculos surgem a nossa fé é colocada a prova, é ali que a gente também atravessa e foi exatamente isso que o Luca nos permitiu durante a sua vida inteira, mergulhar no mistério da vida, acreditar, mesmo sem ver, mesmo tendo nos falado assim que ele nasceu, que era impossível ver um sorriso dele, movimentos e etc. Isso nos convidou a não acreditar 100% no que nos dizem, mas a acreditar em Deus. Nosso filho Luca é a manifestação do Espirito Santo que existe em cada um de nós, de maneira muito clara. Sua calma, seu olhar, seu sorriso manifestando o milagre, seus pequenos e GIGANTES progressos nos mostraram que sim é possível, tendo fé no mistério da vida, a VIDA REAL se manifesta.
Foi assim até a sua morte, até o ultimo suspiro nos meus braços.
Luca, você era a pessoa mais perfeita e serena que eu encontrei na minha vida, e por isso nos passava que você estava em PAZ, que havíamos tido aquela chance através de você, de viver o essencial da vida, o amor maior, mais profundo, intenso, as risadas mais sinceras, capaz de fazer qualquer coisa para ver uma pessoa feliz, mesmo com 2 anos de idade, sem falar uma palavra e com tantas limitações, foi como escutar: "Mãe, pai, agora é minha hora de ir para os braços da mamãe do céu", quando o seu último movimento foi apertar a mini estátua de Nossa Senhora Aparecida que estava na sua mão.
Mesmo vivendo em outro país, termos a serenidade de organizar tudo do funeral, não termos 1 pessoa da família de sangue aqui do nosso lado na hora que o Luca estava indo embora, mas em compensação, Deus nos mandou anjos preparados para lidar com uma situação destas, mesmo que eles não se sentiam preparados na hora, eles fizeram TUDO que deveria ser feito, cada palavra, cada passo, cada ajuda, cada abraço, cada lagrima, cada gesto, e assim pudermos nos despedir do maior tesouro das nossas vidas, do nosso sonho real que era o nosso filho Luca.
Depois disso, não bastasse perder nosso filho Luca, outros desafios vieram na família, e não nos foi permitido viver o luto como deveríamos, pois fomos obrigados a viver os outros problemas de saúde na família, mas graças a Deus os familiares se curaram e pudemos voltar para a nossa casa para recomeçar e entender como seria viver a nossa vida sem o Luca, e estamos tentando até agora.
E sim , os obstáculos chegam como escrito no evangelho acima. Ainda assim, com a nossa fé gigante, Deus nos deu e nos mandou anjos para que pudéssemos enfrentar mais estes desafios e assim entre enxugar as lagrimas, seguir em frente, estar sereno para enxergar as bençãos que a vida nos reserva, vivemos este 1 ano sem o Luca aqui. A cicatriz vai ficar para sempre e nos conectamos com a sua alma, nas lembranças, no amor gigantesco que você nos apresentou até um dia que vamos nos encontrar novamente.
Papai, mamãe e Nina te amam para sempre, Luca!
Versão em italiano:
Alla Messa di oggi, mi imbatto in questo Vangelo – naturalmente di Luca – che parla proprio dell’andare avanti, del superare gli ostacoli, del non restare fermi nella zona di conforto, ma di andare, seguire e fare ciò che deve essere fatto, anche quando non è comodo, quando è scomodo, pieno di sfide. Ma andare.
Ed è proprio quello che Gesù ci chiede: "Andiamo all’altra riva del lago", e quando gli ostacoli arrivano, la nostra fede viene messa alla prova. È proprio lì che anche noi attraversiamo.Ed è esattamente questo che Luca ci ha permesso di vivere per tutta la sua vita: immergerci nel mistero della vita, credere anche senza vedere, anche quando ci avevano detto – fin dalla nascita – che sarebbe stato impossibile vedere un suo sorriso, dei movimenti, e così via.Questo ci ha invitato a non credere ciecamente a tutto ciò che ci viene detto, ma a credere in Dio.Nostro figlio Luca è stata una manifestazione chiarissima dello Spirito Santo che esiste dentro ciascuno di noi.La sua calma, il suo sguardo, il suo sorriso che testimoniava il miracolo, i suoi piccoli – e GIGANTESCHI – progressi ci hanno mostrato che sì, è possibile.Con la fede nel mistero della vita, la VERA VITA si manifesta.
È stato così fino alla sua morte, fino all’ultimo respiro, tra le mie braccia.
Luca, tu eri la persona più perfetta e serena che io abbia mai incontrato nella mia vita, e per questo ci trasmettevi una profonda PACE.Attraverso di te, abbiamo avuto la possibilità di vivere l’essenziale della vita: l’amore più grande, più profondo, più intenso; le risate più sincere; la capacità di fare qualsiasi cosa pur di vedere felice un’altra persona.E tutto questo, a soli due anni, senza parlare una parola, con così tante limitazioni...È stato come sentire:"Mamma, papà, ora è arrivato il mio momento di andare tra le braccia della Mamma del Cielo",quando il tuo ultimo gesto è stato stringere la piccola statua di Nostra Signora Aparecida che avevi in mano.
Anche vivendo in un altro Paese, abbiamo avuto la serenità di organizzare tutto per il tuo funerale, pur non avendo accanto a noi neanche una persona della nostra famiglia di sangue nel momento in cui te ne stavi andando. Ma in compenso, Dio ci ha mandato angeli, preparati ad affrontare una situazione del genere.Anche se in quel momento non si sentivano pronti, hanno fatto TUTTO ciò che andava fatto: ogni parola, ogni passo, ogni aiuto, ogni abbraccio, ogni lacrima, ogni gesto.E così abbiamo potuto salutare il tesoro più grande della nostra vita, il nostro sogno diventato realtà: nostro figlio Luca.
Dopo tutto questo, come se non bastasse aver perso nostro figlio Luca, sono arrivati altri problemi nella nostra famiglia, e non ci è stato permesso di vivere il lutto come avremmo dovuto, perché siamo stati costretti ad affrontare altre difficoltà di salute in famiglia.
Ma grazie a Dio i nostri familiari sono guariti, e abbiamo potuto tornare a casa per ricominciare e cercare di capire come sarebbe stata la nostra vita senza il Luca. E ci stiamo ancora provando.
E sì, come dice il Vangelo, gli ostacoli arrivano.Eppure, con la nostra fede immensa, Dio ci ha dato forza e ci ha mandato altri angeli per affrontare anche queste sfide. Così, tra le lacrime asciugate e la necessità di andare avanti, abbiamo vissuto questo primo anno senza la presenza fisica del nostro Luca. La cicatrice resterà per sempre, e ci connettiamo con la sua anima nei ricordi, nell’amore immenso che ci ha donato, fino al giorno in cui ci rincontreremo.
Papà e mamma ti ameranno per sempre, Luca. ❤️

Testo per meditare | Texto para meditar:
Giovedì 17 luglio - MEDITAZIONE
Nel nostro rapporto con Gesù, e, attraverso di lui, con il Padre, la cosa più importante è che guardiamo a lui come al nostro Salvatore. Rischiando di essere un po’ irriverenti (il Maestro lo perdonerà) potremmo dire che non è tanto importante riconoscere in lui il “sapiente”, “giusto”, “paziente”, “autorevole” o “innovatore”, quanto la cosa che più ci serve è che Dio sia “potente”. Questa potenza salvifica, unita alla sua natura necessaria e sofferta di umanità, è all’origine di ogni nostra speranza.Nasce dal bisogno, che ci spinge a chiedere e a compiere miracoli in soccorso degli uomini e delle loro miserie e delle insidie del Maligno. Nasce dall’umiliazione sofferta perché, per mangiare con i peccatori, ascoltarli, “tuffarli” nel culto… per proclamare e compiere la misericordia bisogna abbassarsi, farsi piccoli, prossimi e accoglienti.Nasce dalla passione e dalla capacità di Gesù di affrontare il male e il male peggiore: il nostro cuore, nella nostra tempesta interiore, il male più grande.I discepoli, nella tempesta sul lago, dicono a Gesù: “Maestro, maestro siamo perduti”. Nel momento non ricordano una sola parola di quello che Gesù ha predicato. Ricordano un solo suo gesto: era sulla barca, presente.Hanno ricolto che la cosa più importante, in quel momento – e anche nella vita, nella morte, nella vita vera – è sapere se il Signore è lì.Solo questo li salva.
Ecco perché poi i discepoli si domandano: chi è costui?: rivelano che prima della manifestazione della sua potenza non c’è nessuna vera conoscenza di Dio.Chi prega, e si affida all’Onnipotente, è sulla buona strada.
MEDITAÇÃO
No nosso relacionamento com Jesus, e, através dele, com o Pai, o mais importante é que o vejamos como nosso Salvador. Correndo o risco de sermos um pouco irreverentes (o Mestre o perdoará), poderíamos dizer que não é tão importante reconhecê-lo como “sábio”, “justo”, “paciente”, “autoritário” ou “inovador”, mas sim que o mais necessário é que Deus seja “poderoso”.Esse poder salvador, unido à sua natureza humana necessária e sofrida, está na origem de toda a nossa esperança.Nasce da necessidade, que nos impulsiona a pedir e realizar milagres em favor dos homens, de suas misérias e das armadilhas do Maligno.Nasce da humilhação sofrida, pois, para comer com os pecadores, escutá-los, “mergulhá-los” no culto… para proclamar e realizar a misericórdia, é preciso abaixar-se, tornar-se pequeno, próximo e acolhedor.Nasce da paixão e da capacidade de Jesus de enfrentar o mal — e o pior mal: o nosso coração, nossa tempestade interior, o maior de todos os males.Os discípulos, na tempestade sobre o lago, dizem a Jesus: “Mestre, Mestre, estamos perdidos!”.Naquele momento, não lembram nenhuma palavra da pregação de Jesus.Lembram apenas de um gesto: Ele estava no barco, presente.Eles perceberam que a coisa mais importante, naquele momento — e também na vida, na morte, na verdadeira vida — é saber se o Senhor está ali.Só isso os salva.
É por isso que depois os discípulos se perguntam: quem é este?: revelam que, antes da manifestação do seu poder, não há verdadeiro conhecimento de Deus.Quem reza e se confia ao Onipotente, está no caminho certo.
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